La pratica del bagno nella foresta ha la sua origine in Giappone (denominata Shinrin-yoku), dove viene praticata fin dagli anni Ottanta. Lo Shinrin-yoku è una pratica che ha tradizioni antichissime ed è basata sulla semplice osservazione del fatto che gli abituali frequentatori di un bosco o di una foresta si ammalano di meno, promossa e incentivata dal governo nipponico come pratica salutistica.

Il valore terapeutico di questa pratica è stato dimostrato negli ultimi 15 anni con gli studi di diversi ricercatori, soprattutto di alcuni medici della Nippon Medical School di Tokyo. Il suo significato consiste nell’immergersi nella natura connettendosi con essa attraverso i nostri sensi di vista, udito, gusto, olfatto e tatto.

Si calcola che in Giappone circa 5 milioni di persone lo pratichino e oggi ha trovato molti adepti anche in Occidente. Come riporta il The Guardian, persino la Duchessa di Cambridge è una fan del bagno nella foresta e la Forestry England (l’ente che sovrintende al patrimonio boschivo inglese) sta promuovendo questa pratica come sistema per allentare lo stress della vita quotidiana, mentre in Italia sono diversi gli enti locali che incentivano questa pratica, dislocati principalmente al nord Italia.

Tale pratica insegna a trarre giovamento da attività all'apparenza semplici, come una passeggiata nel bosco, meglio se a piedi nudi (barefooting), respirando le essenze degli alberi e delle piante, che possono avere effetti rinvigorenti o rilassanti, in base alla loro natura. Diversi studi di fisiologia umana hanno dimostrato scientificamente gli effetti positivi del Forest Bathing. L’approccio terapeutico è progettato per abbassare la pressione sanguigna, i livelli di cortisolo e per calmare l’attività nervosa. In aggiunta è dimostrata la riduzione dello stress e la prevenzione della depressione.

Momento ideale per questa immersione primordiale nella natura è quando molte latifoglie, come i faggi e le betulle, si trovano al massimo del loro sviluppo. Anche le essenze delle conifere, come pini e abeti, apportano benefici balsamici, soprattutto al sistema respiratorio. Per praticare bene il Forest bathing serve infatti un po’ di tempo. I medici giapponesi ci dicono, con saggezza orientale, che l’ideale sarebbe prendersi il tempo necessario per raggiungere una permanenza complessiva nel bosco di almeno 10-12 ore nell’arco di tre giorni, con singole sessioni di visita della durata di almeno 2 ore – 2 ore e mezza. Significa concedersi una breve vacanza dalle nostre occupazioni quotidiane e dedicarsi ad una frequentazione attiva degli ambienti naturali ricchi di monoterpeni come i boschi e le faggete, per ottenere un beneficio per il nostro sistema immunitario, che peraltro avrà una durata di alcune settimane, fino a oltre un mese.

Con meno tempo a disposizione, un primo e favorevole effetto sulla riduzione degli ormoni dello stress si ottiene anche con una sola sessione di visita nella foresta, della durata di ameno 3-4 ore e percorrendo almeno 2,5 – 3 km, alternando alla passeggiata momenti di relax e contemplazione della natura, sempre curando la respirazione perché la maggior parte delle sostanze aromatiche benefiche per il nostro organismo viene assorbita attraverso i polmoni. Senza contare che tutti gli esseri viventi emettono campi bio-elettromagnetici e quelli degli alberi – anche se di debole intensità – sono biologicamente affini a quelli di noi esseri umani: ecco perché una passeggiata nel bosco può rappresentare davvero una ricarica di energia.

Fonti
Mibelle Biochemistry
Vanityfair.it: “Forest bathing e barefooting: I benefici di un contatto primordiale con la natura”, di L. Pregnolato, agosto 2020.

AVG Srl
Gemma Visentin
Technical & Project Manager