Venerdì primo maggio è stato dato il via a Expo 2015, l’evento mondiale su alimentazione e nutrizione che animerà Milano per i prossimi 6 mesi. Malnutrizione e fame, alimentazione scorretta e obesità, spreco alimentare e sfruttamento intensivo delle risorse, saranno i temi al centro dell'evento: un'occasione importante per riflettere e confrontarsi sulle contraddizioni del nostro tempo e scorgere al contempo nuove prospettive di sviluppo. 


Uno tra i momenti più interessanti della manifestazione sarà la relazione conclusiva della campagna Obiettivi di sviluppo del Millennio promossa nel 2000 dai 191 Stati membri delle Nazioni Unite e che proprio alla fine del 2015 troverà conclusione: otto punti ambiziosi e al contempo fondamentali, avranno il compito di stimolare scelte politiche consapevoli, stili di vita sostenibili e l'uso di tecnologie all'avanguardia, alla ricerca di un punto di equilibrio tra l'uomo e l'ecosistema. 

Come illustrato da Graziano da Silva, direttore generale della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura), l'obiettivo «Fame Zero», pur non avendo raggiunto il proprio ambizioso proposito, ha comunque registrato la diminuzione del tasso di denutrizione del 40%. Infatti, se nel biennio 1990/92 il tasso d’incidenza della fame sulla popolazione globale era del 18,7%, oggi il dato, pur sempre degno di nota, si è ridotto all'11,3%. Ciò significa che oltre 200 milioni di esseri umani sono usciti da una condizione di malnutrizione. L'Expo vuole essere l'occasione per le Nazioni Unite di rilanciare gli obiettivi del millennio, proseguendo un percorso difficile ma irrinunciabile

La sfida culturale di Expo 2015 si muove, infatti, all'interno di un panorama complesso e allarmante. I cambiamenti climatici e la sovrappopolazione mettono e metteranno sempre più in difficoltà la vita umana sul pianeta. Si calcola che, per far fronte a una popolazione che raggiungerà nel 2050 i 9,2 miliardi di abitanti, la produzione agricola dovrà aumentare del 60% nei prossimi 35 anni. Il quadro attuale presenta inoltre drammatiche criticità e incredibili contraddizioni: se da un lato 805 milioni di persone soffrono la fame, delle quali 165 milioni sono bambini e 2 miliardi soffrono di carenze nutrizionali, dall’altro oltre 500 milioni di persone sono obese e più di 1 miliardo in sovrappeso. Dati alla mano, la prospettiva di uno sviluppo sostenibile passa proprio tra queste due polarità di un unico male che può essere governato da scelte politiche lungimiranti ed eque, ma pure da una rinnovata consapevolezza degli individui attraverso un uso più meditato delle risorse alimentari

Gli sprechi alimentari, quelli di energia, risorse e suolo prendono forma dalle cattive abitudini e da una scarsa coscienza che solo una corretta educazione, capillare e già attiva nei primi cicli scolastici, può correggere, trasformando comportamenti distruttivi in azioni virtuose e consapevoli. La cultura è l'arma più importante per affrontare i problemi più stringenti del pianeta, ed è per questo che un evento come Expo 2015 assume un carattere così nevralgico nello sviluppo futuro dell'umanità. 

E nulla di più culturale esiste della tecnologia. La trasformazione di intuizioni geniali in rimedi concreti ai mali del mondo sarà la risorsa fondamentale per affrontare l'aumento demografico dei prossimi decenni. 

Una delle tante possibili soluzioni alle emergenze ecologiche, alimentari ed energetiche del nostro tempo ci viene data dalla scienza e in particolare dalle biotecnologie. Le colture massive di microalghe, per esempio, possono contribuire a ridurre l’emergenza alimentare che coinvolge il nostro pianeta: l’efficienza di conversione dell’energia solare in biomassa di tali colture, e quindi la produttività per ettaro, risulta nettamente superiore rispetto a quella che si otterrebbe attraverso colture tradizionali. 

Le colture algali non solo non richiedono pesticidi, ma possono essere coltivate in acqua marina o bacini artificiali, per questo rappresentano una soluzione economicamente sostenibile per far fronte a un eventuale calo della produzione agricola. Queste colture inoltre consumano grandi quantità di ossido di carbonio, riducendo il riscaldamento globale e l’effetto serra. Ma anche i benefici che hanno sulla salute dell’uomo non sono da sottovalutare: l’utilizzo di microalghe, già presente nell’alimentazione di molti paesi asiatici, si sta diffondendo sempre di più anche in occidente grazie alle sue proprietà disintossicanti, depurative, antivirali e immunostimolanti. 

Possiamo quindi concludere che per far fronte alle emergenze alimentari sia necessario un lavoro interdisciplinare e sinergico che coinvolga non solo ogni singolo individuo, ma anche e soprattutto la scienza, la politica, l’economia e la legislazione. 


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