La COP26, se mai ce ne fosse stato bisogno, ha messo in luce le enormi contraddizioni che attualmente ostacolano la transizione ecologica. Non è opportuno approfondire qui la questione, ma anche per quanto attiene il tema della sostenibilità in ambito cosmetico, la situazione al di là di proclami e buone intenzioni non è molto diversa e solleva a tutt’oggi in Italia grandi dibattiti tra gli addetti ai lavori, nonostante un trend in continua crescita che vede il 50% dei giovani disposto a spendere di più per prodotti a connotazione naturale e sostenibile. In particolare, per il 78% dei Millennial e degli appartenenti alla Gen Z, sostenibilità, sicurezza e qualità sono tre parametri fondamentali per orientare le proprie scelte d’acquisto.

Una percentuale, quest’ultima, cresciuta del 17% nel 2020 rispetto al 2019 e che è destinata a conoscere un ulteriore incremento nel prossimo futuro. Sono i dati diffusi da Cosmetica Italia sui propri canali social, che attestano come l’attenzione dei consumatori, soprattutto delle nuove generazioni, nei confronti della sostenibilità sia in costante aumento. E non si tratta di una moda passeggera, ma di un percorso ormai imprescindibile che sta gradualmente trasformando le abitudini delle singole persone (e dovrebbe includere sempre anche i processi aziendali).

Altri dati utili a percepire il “nuovo che avanza” in tema di attenzione dei consumatori: il 78% degli intervistati, ricerca un packaging plastic-free, mentre il 76% desidera acquistare prodotti sostenibili o ottenuti da fonti rinnovabili e il 75% opta per confezioni ricaricabili e riutilizzabili. Il 69% è influenzato dalla riduzione di carbonio mentre il 65% si informa e preoccupa del problema dell’impronta idrica.

Dati che si scontrano sul fatto che il settore cosmetico - che dovrebbe raggiungere un valore globale stimato in 863 miliardi di dollari nel 2024 - impatta a tutt’oggi sul pianeta con emissioni di gas serra comprese tra lo 0,5% e l’1,5%. Lo rileva Make up the future, un’analisi dell’impatto sull’ambiente del beauty presentata da Quantis in un webinar organizzato da Cosmetica Italia per i propri associati. L’utilizzo del prodotto si è rivelato il passaggio che pesa di più sul pianeta, responsabile del 40% delle emissioni del settore, seguito dal packaging con il 20%, dall’estrazione delle materie prime e dal trasporto che impattano entrambe per il 10%.

Il prodotto resta un nodo centrale.

Per creare prodotti con solide performance ambientali, la sostenibilità deve entrare in ogni fase, dalla formulazione al fine vita passando per la distribuzione, prestando attenzione ad alcuni miti da sfatare, come quello dell’utilizzo di “ingredienti naturali” che possono, talvolta, avere un impatto più elevato in termini di emissioni, uso del suolo e acqua.

La definizione di un futuro sostenibile e resiliente per il mondo cosmetico e del personal care richiede un’azione ambiziosa e collettiva a livello di industry: la molteplicità di attori lungo tutta la catena del valore che muove il settore — brand, fornitori, conto terzisti, associazioni di categoria, tutta la Supply Chain — deve unirsi. Attraverso la collaborazione e la condivisione delle conoscenze e delle risorse, il settore può generare dati di alta qualità e standardizzare gli approcci per accelerare la trasformazione.

Molte imprese, osservando la crescente importanza del tema della sostenibilità nelle scelte d’acquisto del grande pubblico, hanno incrementato anche la valorizzazione delle pratiche legate a questo aspetto nelle proprie azioni di comunicazione. Si tratta di un’evoluzione ancora in atto: la diffusione del claim “sostenibile” è ancora marginale in termini di valore (nel 2020 ha superato di poco il 10% su un totale di oltre 150.000 lanci di nuovi prodotti cosmetici). Tuttavia, è una tendenza in forte aumento, che andrà certamente a condizionare gli sviluppi futuri. Di fronte a un mercato sempre più popolato da consumatori evoluti e informati, però, non sono sufficienti semplici slogan.

Occorre che le affermazioni riportate in etichetta, sul sito dell’azienda o su depliant e brochure informative siano supportate da evidenze, così come prevede il Regolamento n. 655/2013, che stabilisce che “le dichiarazioni relative ai prodotti cosmetici, sia esplicite che implicite, devono essere sostenute da prove adeguate e verificabili” e “consentano ai consumatori di prendere decisioni informate”. Una norma fondamentale anche per evitare il greenwashing e la perdita di credibilità.

È essenziale, per accelerare l’adozione universale di pratiche sostenibili, che tutti i player accettino di scambiare conoscenze, risorse e competenze con l’obiettivo di creare in modo più rapido soluzioni migliori e più efficaci a problemi complessi e condivisi, riducendo al minimo i costi, aumentando la credibilità delle soluzioni proposte e generando ampio consenso tra tutti gli stakeholder. A livello Corporate, le aziende possono intraprendere percorsi individuali di assessment della propria situazione, rispetto alle emissioni di carbonio e non solo, per comprendere gli aspetti di maggior rilevanza della loro catena del valore e i fattori principali dell’impatto ambientale.

Il prodotto è il punto di arrivo di ogni scelta delle aziende del settore cosmetica e personal care e incarna il modo in cui il Brand si offre ai consumatori. È ciò che la gente vede e utilizza, la ragion d’essere di R&D, formulazione, market research, procurement, ecc. Per creare prodotti di alta qualità con solide performance ambientali, la sostenibilità deve essere integrata in ogni fase del ciclo di vita del prodotto. Perché scegliere l’approccio del ciclo di vita? Applicando metriche affidabili, i brand possono avere una visione completa dell’impatto ambientale di un prodotto.

Fornisce inoltre informazioni essenziali per ridurre al minimo gli impatti. Se da un lato le aziende si sforzano di soddisfare le crescenti richieste di prodotti naturali, “free- from” e trasparenti a bassa ecotossicità e con packaging sostenibili, è necessario però non trascurare il quadro d’insieme per assicurare l’ottimizzazione dei cambiamenti nella direzione della sostenibilità garantita dalla valutazione dell’impatto lungo l’intero ciclo di vita del prodotto, dalla produzione e l’approvvigionamento degli ingredienti all’utilizzo, fino a fine vita.

#AVG è da sempre in prima linea sul tema del prodotto naturale e sostenibile, individuando nel tempo e costruendo solide partnership con aziende che hanno fatto della sostenibilità la loro bandiera ed il loro fattore distintivo. È il caso della soluzione naturale e sostenibile MossCellTec™ che permette una produzione riproducibile e sostenibile su larga scala di tessuto di muschio. Questa tecnologia innovativa è stata sviluppata per superare le sfide dell'uso di muschi rari e a crescita lenta per i cosmetici e per consentire l'utilizzo del loro potenziale unico per nuovi ingredienti cosmetici, data la loro altissima resilienza ad un ambiente mutevole che li rende di notevole interesse per fortificare la nostra pelle.

Grazie alla bio-tecnologia MossCellTec™, per la prima volta è stato possibile coltivare cellule di muschio in modo sostenibile e riproducibile su larga scala, in condizioni sterili e con piccole quantità di materiale vegetale. Il processo si basa, in sintesi, sulla capacità delle cellule del muschio Physcomitrella patens di dividersi dopo la frammentazione delle sue foglie (riproduzione asessuata) che vengono raccolte e coltivate allo stadio di protonema (spora germinativa).

I nuovi ingredienti MossCellTec™ N°1 e MossCellTec™ Aloe sono stati sviluppati specificatamente per i concetti di benessere olistico che incorporano le tendenze più attuali riguardanti un diverso stile di vita, quali i bagni nella foresta o altri approcci rilassanti e salutistici.

Acquisire muschio puro in modo sostenibile e riproducibile

I muschi sono considerati delle vere e proprie piante pioniere che hanno costruito attivamente il suolo terrestre circa 470 milioni di anni fa. Questi organismi rappresentano una divisione separata all’interno del regno vegetale con oltre 10.000 specie e si trovano praticamente in tutto il mondo. I muschi contribuiscono alla costruzione e alla struttura del terreno, prevengono l'erosione e forniscono humus per far fiorire altre piante come gli alberi. Offrono anche un habitat a una varietà di piccoli organismi. I muschi sono in grado di intrappolare l'acqua in eccesso e le sostanze nutritive dal suolo, dall'aria e dalla pioggia, agendo come una specie di spugna. I muschi possono assorbire rapidamente l'acqua dall'atmosfera in modo consistente (fino a 30 volte il loro peso secco in acqua). I muschi hanno anche grandi capacità di adattamento in periodi di siccità: quando si seccano, infatti, si restringono, girano le loro foglie o si arricciano per intrappolare uno strato di aria umida e limitare il rilascio di acqua dal cosiddetto cuscino; così facendo aumentano l'umidità e raffreddano l'aria.

I muschi non hanno né radici, né un sistema vascolare che permette il trasporto e lo stoccaggio di acqua e nutrienti. Questi composti sono assorbiti per imbibizione e diffusione attraverso le loro numerose e sottilissime foglie. I muschi sono in grado di tollerare lunghi periodi di essiccazione in cui fermano il loro metabolismo (fase dormiente) grazie ai metaboliti che trattengono l'acqua. Quando l'acqua è di nuovo disponibile, i muschi possono reidratarsi in pochi minuti e tornare ad una vita normale (fenomeno di reviviscenza).

Nella medicina tradizionale cinese, più di quaranta specie di briofite sono utilizzate per esempio per via topica, per ridurre l'infiammazione o il dolore delle punture di insetti. Tuttavia, fino ad ora, l’utilizzo di muschi in campo cosmetico è stato alquanto trascurato, principalmente perché:
a) non hanno fiori e sono spesso considerati come qualcosa da eliminare;
b) non hanno rilevanza come alimento, né per gli uomini né per gli animali.

Inoltre, i muschi sono difficili da raccogliere in modo sostenibile perché:
a) crescono lentamente, sono spesso parti fondamentali di un ecosistema e alcune specie sono già in via di estinzione a causa del crescente sfruttamento dei terreni (come ad esempio il 38% circa delle oltre 1000 specie di muschi presenti in Svizzera);
b) sono difficili da identificare e quindi la raccolta in natura porterebbe alla raccolta di specie miste;
c) i muschi possono contenere tossine e dovrebbero quindi essere purificati;
d) la coltivazione in serra richiede molto terreno ed acqua.

Lo studio dei muschi permette, inoltre, di mappare il livello di inquinamento di una data regione. È stato anche avviato recentemente un progetto che coltiva muschio sterile in laboratorio per poi utilizzarlo nell'ambiente come monitor di inquinamento.

Quindi, coltivare muschi in condizioni sterili in un laboratorio presenta l'enorme vantaggio di ottenere biomassa di muschio senza contaminanti tossici. Inoltre, il muschio coltivato in laboratorio cresce più velocemente, è riproducibile in condizioni ottimizzate e ha bisogno di molta meno acqua rispetto alla coltivazione indoor o outdoor.

Ma come si fa? All'inizio è necessario condurre un'ampia ricerca per identificare le condizioni ottimali per la coltivazione del muschio: incluso ma non limitato alla temperatura, al pH, all'intensità della luce e agli oligoelementi essenziali. Ogni specie di muschio ha la sua serie di parametri unici a seconda del suo habitat naturale.

Stabilire colture sterili di muschio è molto complesso. Si può per esempio ottenere sterilizzando le capsule di spore con etanolo. Una volta coltivato del materiale vegetale sterile, lo si può far crescere su piastre di agar, e si svilupperà il ben noto "tappeto di muschio". Questo tappeto è composto dal gametofito (il corpo del muschio) e dal protonema, che cresce e costruisce nuovi gametofiti costruendo germogli. Il protonema può ricrescere e moltiplicarsi anche dopo la rottura. Questo fenomeno dà accesso alla possibilità di stabilire colture liquide omogenee attraverso la rottura regolare del tessuto del protonema, senza dar loro il tempo di sviluppare i gametofori. Stabilire colture liquide omogenee è obbligatorio per portare il processo a un volume rilevante per l'industria.

In un sistema di sacchetti a onda monouso di grado farmaceutico, è possibile coltivare il protonema del muschio. Il nutrimento principale è l'anidride carbonica, filtrata dal muschio dall'aria in circolazione. Con i LED a risparmio energetico i muschi possono formare tutti i metaboliti tramite la fotosintesi.

Mibelle Biochemistry è riuscita così a stabilire un processo di produzione che è indipendente dalla stagione, e produce un prodotto che è sterile, privo di metalli pesanti, tossine e altri contaminanti. Il risultato finale è un estratto di altissima qualità e performance per applicazioni cosmetiche. MossCellTec No. 1 e MossCellTec Aloe sono i primi ingredienti attivi a base di muschio coltivato in modo sostenibile, basato sulla biotecnologia.

Il Team AVG è a disposizione per ogni ulteriore informazione tecnica e commerciale e per fornire tutta la documentazione scientifica disponibile.

Fonti

Mibelle Biochemistry
Personalcarecaremagazine.com: Harmonizing the skin’s moisture flow”, luglio 2021
“Sostenibilità, l’utilizzo dei cosmetici impatta sull’ambiente più di packaging e trasporto”, di M. Gervasio, Sole 24 Ore, 23 aprile 2021.
Make up the future, Quantis e Cosmetica Italia

Panebianconews.com “Quantis: la sostenibilità nella cosmetica richiede azioni su più livelli” 13 maggio 2021.
Beauty-plan.it: “Cosmesi e sostenibilità ambientale: un percorso guidato dalla ricerca” di Cosmetica Italia, 21 maggio 2021.

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Gemma Visentin
Technical & Project Manager