Continuiamo il nostro viaggio lungo il processo di invecchiamento per un nuovo approccio ad una fase delicata della vita di una/o donna/uomo ancora oggi oggetto di stereotipi culturali che non aiutano a maturare una visione active-aging più equilibrata e consona ai concetti attuali di benessere e inclusione sociale.

L’argomento al centro dell’articolo è la sarcopenia ed il suo trattamento in termini combinati di training fisico e approccio nutraceutico. La sarcopenia può cominciare prima di quanto si pensi, già a partire dai 50 anni - specie in presenza di cause avverse come patologie infiammatorie o endocrine, carenze nutrizionali per diete inadeguate, malassorbimento, patologie gastrointestinali o disturbi alimentari, ecc. - con gravi ripercussioni fisiologiche: dalla mancata autonomia e scarsa mobilità, all’impoverimento della qualità della vita fino alla disabilità vera e propria; la sua incidenza è in crescita non soltanto per la componente di popolazione sempre più anziana e affetta da malattie croniche, ma anche più semplicemente per l’aumento inevitabile delle condizioni di sedentarietà.

L’attività fisica regolare rappresenta infatti l’elemento dello stile di vita che ha la maggiore influenza (insieme all’adozione di un regime alimentare adeguato) nel rallentare l’involuzione età-correlata dei sistemi fisiologici (neuroendocrino, immunologico, cardiovascolare, muscolo-scheletrico) e sull’impatto dei fattori di rischio di malattia croniche (obesità, arteriosclerosi, ipertensione, diabete, artrite reumatoide), oltre a essere associata a una migliore salute mentale e ad una più soddisfacente integrazione sociale.

Recenti indagini hanno evidenziato che nei paesi industrializzati quasi la metà della popolazione oltre i 60 anni di età deve essere considerata inattiva, in quanto non raggiunge i livelli di attività fisica giornalieri o settimanali consigliati dalle linee guida ufficiali. L’inattività arriva poi a contare i due terzi dei soggetti di 75 anni di età e oltre. L’inattività fisica è tra i 10 principali fattori di rischio di malattia negli adulti.

Se l’attività fisica rappresenta uno strumento per intervenire in modo attivo nella prevenzione di molti disturbi correlati all’invecchiamento, l’inattività fisica non è dunque da considerarsi come una neutra situazione “di partenza", nella quale inserire programmi d’allenamento fisico al fine di ottenere benefici per la salute. Al contrario, l’inattività deve essere inquadrata come una situazione dai rischi e dai costi elevatissimi per la salute del singolo, con pesanti ricadute economiche a livello di bilanci pubblici.

Spesso un limite allo svolgimento dell’attività fisica (specie degli ultrasettantenni) è legato a sensazioni di dolore e discomfort che accompagnano lo svolgimento del lavoro muscolare (anche se di bassa intensità) inducendo gli anziani a seguire uno stile di vita sedentario. Le indicazioni sono quelle di mantenere anche una pur minima attività fisica (camminata, esercizi di rinforzo muscolare con elastici o piccoli pesi, esercizi di allungamento, esercizi in acqua) come parte di un programma rivolto al trattamento di condizioni croniche, associate o meno a stati dolorosi, in grado di sensibilizzare i soggetti coinvolti sull’importanza del lavoro muscolare e sui suoi effetti sulla salute.

Insieme ad un’adeguata attività fisica, svolge un ruolo molto importante anche la qualità dell’apporto nutrizionale. In questo senso – come abbiamo già accennato precedentemente – l’uso di prodotti nutraceutici che integrano l’alimentazione quotidiana è molto importante.

Nell’articolo mettiamo al centro del nostro approfondimento tematico una sostanza di cui tutti sentiamo molto spesso parlare, ma sulla quale non c’è adeguata conoscenza: l'acido maslinico. Questa sostanza è un derivato dal frutto dell'oliva e possiede molte incredibili qualità. Non ultima un'azione antinfiammatoria diretta a migliorare la risposta muscolare allo sforzo, in combinazione con l'allenamento fisico. Pertanto, l'ingestione di acido maslinico può migliorare sensibilmente le funzioni di mobilità negli anziani.

Storicamente l’uomo e l’olivo hanno legami molto stretti: sono tante le testimonianze che possiamo trovare fin nei manoscritti più antichi. L’origine della pianta di olivo risale alla zona del Mediterraneo Orientale. Le tracce più antiche sono state trovate in Israele, più precisamente ad Haifa, e sono fatte risalire al V millennio a.C. Le prime tecniche di produzione e conservazione dell’olio d’oliva – rigorosamente extravergine – sono opera dei greci e dei romani: tecniche che per secoli sono rimaste invariate. La stessa diffusione dell’olivo si deve principalmente proprio a questi due popoli che, nel corso delle espansioni dei loro imperi, esportarono la pianta tanto amata. In questo modo l’ulivo arrivò in molti Paesi europei, Francia e Spagna in testa. L'acido Maslinico è il principale triterpenoide pentaciclico bioattivo presente nell'olio extravergine di oliva e nei frutti di oliva. Entrambi gli alimenti sono caratteristici della dieta mediterranea.

Numerosi studi scientifici sostengono la capacità dell'acido maslinico di prevenire e trattare le malattie causate dal processo infiammatorio (ne citiamo alcune: dalla Sindrome metabolica ad alcune forme cancerogene, dalle malattie neurodegenerative appunto alla fragilità legata all’età) tra i quali mettiamo in evidenza quello condotto in Giappone che condivide con l’Italia il primato della popolazione più anziana del mondo. Si tratta di un esperimento parallelo, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo che ha preso in esame una combinazione di integrazione di acido maslinico e allenamento fisico per il miglioramento delle funzioni di mobilità in persone anziane che vivono in comunità e necessitano di assistenza a lungo termine.

Il Giappone ha un tasso di invecchiamento previsto per il 2055 di oltre il 40% dell’intera popolazione. In tale contesto, il problema della sarcopenia sarà sempre più al centro dell’attenzione. Per mantenere un buon livello di attività quotidiana e di qualità della vita (QOL) degli anziani, la prevenzione della riduzione del muscolo scheletrico e di conseguenza della forza muscolare sarà sempre più determinante.

Nell’esperimento si è potuto constatare come in un campione di 36 partecipanti - sottoposti per un periodo di 12 settimane a un moderato training e assegnati in parte al gruppo che ha fatto uso di integratori a base di acido maslinico (n = 17, 60 mg/giorno), e al gruppo placebo (n = 19) - sia stato riscontrato che la massa muscolare scheletrica, la massa muscolare segmentale (braccio destro, braccio sinistro e tronco) e il punteggio relativo al dolore al ginocchio della gamba destra siano significativamente migliorati nel gruppo dell'acido maslinico; a differenza del gruppo placebo in cui i parametri riscontrati sono peggiorati, o non si è verificato alcun cambiamento. La risposta muscolare è di fatto aumentata significativamente solo nel gruppo dell'acido maslinico. Questi risultati suggeriscono che l'integrazione di acido maslinico combinata con un allenamento moderato e un conseguente aumento della resistenza muscolare può ridurre il dolore cronico dovuto principalmente all’osteoartrite del ginocchio.

Acido Maslinico

Entrambe le patologie della sarcopenia e della fragilità fisica si basano sull'atrofia della fibra muscolare; l'esercizio fisico insieme ad un calibrato intervento nutrizionale possono contribuire concretamente a prevenirle. In una revisione sistematica degli studi di intervento sulla prevenzione della disabilità che coinvolgono persone anziane fisicamente fragili che vivono in comunità, solo 3 di 10 studi inclusi nell'analisi finale hanno ottenuto risultati positivi con il solo intervento dell’esercizio fisico.

L'intervento nutrizionale con l'ingestione di aminoacidi, come la leucina, e di proteine è stato condotto perché l'atrofia dipende dall'equilibrio della massa proteica nella fibra muscolare; in buona sostanza dal risultato tra la sintesi proteica muscolare e la proteolisi. L'intervento che combina esercizio e nutrizione è stato così segnalato come efficace per migliorare la funzione fisica e la massa muscolare in persone anziane con sarcopenia. Poiché le citochine infiammatorie sono coinvolte nell’atrofia della fibra muscolare, l'ingestione di componenti alimentari con azione antinfiammatoria può di fatto inibire la perdita di massa muscolare e l'acido maslinico, in quanto naturale composto triterpenoide di origine vegetale, agisce in via preventiva contro lo stress ossidativo e la generazione di citochine pro-infiammatorie.

Secondo gli studi, inoltre, la somministrazione orale di AM derivato dal frutto dell'oliva ha ridotto l'infiammazione sistemica migliorando le prestazioni fisiche e il livello di biomarcatori infiammatori, come l'hs-CRP, in pazienti con diabete mellito

#NaturOliveMA30 di Detretil contiene nella sua formulazione Acido Maslinico di alta qualità; 1 grammo di NaturOlive MA30 contiene 300 mg di acido maslinico (per ingerire 300 mg di AM dovremmo ingerire oltre 100 olive).

#DeretilNature inizia la sua attività nel 2013, a seguito della decisione del Gruppo Deretil di aumentare l'impegno commerciale dell'azienda nei confronti dei cosmetici e degli alimenti funzionali attraverso la creazione di una società dedicata a servire questi mercati.

I punti di forza di Deretil: - Producono direttamente l'estratto. - Non utilizzano solventi organici nel processo di estrazione - Alta qualità in termini di standardizzazione della purezza. - Origine europea al 100%.

Il Team AVG è a disposizione per ogni ulteriore informazione tecnica e commerciale e per fornire tutta la documentazione scientifica disponibile.

Fonti: “Maslinic acid derived from olive fruitin combination with resistance trainingimproves muscle mass and mobility functionsin the elderly” di Narumi Nagai, Satomi Yagyu, Anna Hata, Shinsuke Nirengi, Kazuhiko Kotani, Toshio Moritani and Naoki Sakane - Pubblicato online il 7 marzo, 2019 - nagai.lab.uh.

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