Active-aging vs anti-aging

Occorre cambiare il modo in cui parliamo di invecchiamento. Questo è l’incipit per una riflessione a tutto tondo che non può non investire anche il mondo della cosmetica e della cura della pelle. Mai come in questo periodo si avverte la necessità di promuovere una cultura della prevenzione a 360 gradi, grazie ad un’informazione corretta ed attendibile. Questo è uno dei capisaldi di AVG, in materia di comunicazione, che grazie a partnership con aziende leader del settore, fa della prevenzione e dell’attendibilità del dato un vero e proprio dogma che si lega ad uno nuovo concetto di salute, riguardante sia il corpo che la sfera psicosociale dell’individuo, frutto dell’interazione tra il nostro genoma e l’ambiente all’interno del quale viviamo e ci relazioniamo. Concetti importanti, in specie per l’Italia, in quanto insieme al Giappone condivide il più alto tasso di invecchiamento al mondo. Una sfida che per AVG si estende anche all’impegno per una cosmesi sostenibile più rispettosa del corpo e dell’ambiente. Sono sfide ambiziose ed esaltanti al tempo stesso.

Prima di illustrare le caratteristiche di #AlpineRoseActive, è opportuno sfatare brevemente alcuni miti o luoghi comuni più diffusi sugli anziani, in specie quando parliamo di un processo naturale e incontrovertibile come l’invecchiamento. Un processo che va accettato, compreso, certo! ma non subito e che inizia con la presa d’atto dell’esistenza di numerosi stereotipi culturali che influiscono negativamente anche in fatto di prevenzione. L’invecchiamento non ci deve far paura. Contrastarlo non significa fermarlo. Contrastarlo, significa al contrario riappropriarsi della propria esistenza e della propria mission personale. La bellezza non ha età! e senza indurre a fantastici sogni di perpetua giovinezza, anche l’aspetto gioca un ruolo importante a livello di integrazione sociale (oltre che nel wellness personale).

Per capire cosa vuol dire invecchiare in buona salute, secondo uno dei documenti redatti dall’ISS, bisogna considerare che:
- gli anziani non sono tutti uguali; costituiscono un gruppo diversificato formato da persone che conducono una vita attiva e sana o più sedentaria, ricche o povere, in salute o meno, che vivono in isolamento o conducono una vita sociale molto partecipata;
- gli anziani non invecchiano allo stesso modo; le donne vivono più a lungo degli uomini (con un vantaggio compreso tipicamente tra i 5 e gli 8 anni), sono più resistenti, ma soffrono di più di osteoporosi, diabete, ipertensione, incontinenza e artrite. Ma soprattutto, il “vantaggio biologico” delle donne rispetto agli uomini, dove sono presenti discriminazioni, è ridotto dal loro svantaggio sociale;
- gli anziani non sono fragili; la grande maggioranza delle persone anziane rimane fisicamente in forma fino ad età avanzata, dunque oltre ad essere capaci di portare avanti i compiti della vita quotidiana, continuano ad avere un ruolo attivo nella vita della comunità;
- gli anziani possono contribuire alla società; il diffuso pregiudizio che gli anziani non possono fornire un contributo alla società si basa sulla nozione che solo le occupazioni retribuite abbiano valore; tuttavia, sostanziali contributi vengono forniti da persone anziane in lavori non pagati in molti settori, includendo l’agricoltura ed il volontariato.
- gli anziani non sono un peso economico per la società; il crescente numero di anziani che si aspettano cure sanitarie e pensioni di vecchiaia, non deve essere visto come un pericolo o una crisi, ma solo come una opportunità di sviluppare delle politiche che assicurino standard di vita decenti in futuro per tutti i membri della società, giovani e vecchi. È la necessità di analizzare più razionalmente le politiche sociali, economiche e sanitarie per apportarvi i necessari cambiamenti, che non l’invecchiamento della popolazione in sé e per sé (che pur rappresenta la più grande sfida che si presenta oggi nelle cosiddette società evolute).

Per integrare gli over 60 nella comunità e aiutare gli anziani a vivere in modo indipendente, è fondamentale inoltre:
- rispettare la storia di ogni singolo individu
- aiutarli a mantenere vive le relazioni
- non considerare l’invecchiamento una patologia
- lavorare sull’accessibilità e la funzionalità degli ambienti di vita e dei servizi.

Un anziano ben inserito nel proprio contesto sarà più motivato verso la cura del proprio corpo e della propria mente.

Le cellule Zombi

Ma veniamo a noi e apriamo una finestra sui fibroblasti. I fibroblasti del derma sono responsabili della produzione di collagene per formare il tessuto connettivo. Quando questi fibroblasti invecchiano o incontrano troppi stress ossidativi dannosi, come i raggi UV e l'inquinamento, diventano senescenti. Le cellule senescenti sono anche chiamate "cellule zombie” perché non si dividono più, ma sono anche lontane dall'essere morte. Le cellule senescenti bloccano di fatto il percorso intracellulare che promuove la loro apoptosi (cioè la morte cellulare).

Cellule Zombi
Molte patologie degli anziani sono legate all’accumulo di cellule senescenti nell’organismo, soprattutto nel tessuto adiposo. Queste cellule zombie quando si trovano al crepuscolo della loro esistenza smettono di produrre copie di se stesse. Ma invece di morire, si attaccano strenuamente alla vita: producono centinaia di proteine e attivano ogni meccanismo biologico che ne ritardi la scomparsa. Dal punto di vista metabolico sono dunque ancora attive, ma agiscono solo per se stesse, danneggiando l’organismo del quale fanno parte.

Ripulire la pelle dalle cellule che favoriscono l'invecchiamento è dunque molto importante. Queste "cellule zombie" continuano infatti a secernere molecole segnalatrici che promuovono l'infiammazione e possono influenzare le cellule circostanti a diventare anch’esse senescenti. Nei tessuti più giovani, le cellule senescenti vengono solitamente eliminate dal sistema immunitario. Nella pelle invecchiata e/o che è stata esposta a uno stress costante, le cellule senescenti si accumulano e questo provoca: → un’infiammazione cronica; → l’esacerbazione del processo di invecchiamento (che a sua volta promuove la degradazione del collagene); → la mancanza di elasticità della pelle.

Carbonilazione delle proteine, un marcatore dell'invecchiamento cellulare.

Carbonilazione delle proteine
Rosa Alpina

La rosa alpina (Rhododendron ferrugineum) è una delle piante alpine svizzere più tipiche e iconiche. Le rose alpine sono arbusti sempreverdi che crescono ad alte quote (fino a 2.800 m) nelle Alpi, ma anche nel Jura, nei Pirenei e negli Appennini, in terreni acidi e poveri di nutrienti. Molto robuste, possono vivere per più di 100 anni.

A causa della difficoltà di coltivare la rosa alpina, la Mibelle Biochemistry collabora con agricoltori biologici delle Alpi svizzere che ne raccolgono le preziose foglie grazie ad un metodo naturale e sostenibile. Questo permette di estrarre le foglie da piante che sono stressate da fattori ambientali naturali con forti gradienti di temperatura e irradiazione UV estremamente elevata. È stato dimostrato che le piante stressate sintetizzano maggiori concentrazioni di metaboliti secondari protettivi (adattogeni) rispetto alle piante che sono cresciute in condizioni di serra.

Dagli esperimenti condotti nei laboratori Mibelle, risulta che l'Attivo Rosa Alpina ha ridotto significativamente il numero di fibroblasti senescenti ma non il numero di fibroblasti sani.

Carbonilazione delle proteine

Ecco alcuni dati significativi: → l'Attivo Rosa Alpina ha ridotto la percentuale di cellule senescenti nella coltura del 64%; → l'elasticità della pelle, nel gruppo volontarie tra i 40 e 65 anni di età, è aumentata significativamente dopo 28 giorni del 16,1%; → Il rossore è stato significativamente ridotto dopo 14 giorni dell'8,4%.

In conclusione, Alpine Rose Active, è il primo attivo anti-aging di origine svizzera di nuova concezione sul mercato cosmetico, prodotto artigianalmente, approvato COSMOS e certificato ECOCERT; l’uso di questo attivo è particolarmente indicato in quanto:
- elimina le cellule senescenti della pelle
- riduce il rossore e aumenta l'elasticità della pelle
- ringiovanisce gli strati profondi della pelle
- protegge le proteine della pelle dallo stress ossidativo.

Le applicazioni
- Formule anti-invecchiamento
- Prevenzione del foto-invecchiamento
- Prodotti per la cura del sole
- Trattamento protettivo della pelle

Per ogni ulteriore e più dettagliata informazione in merito e per l’accesso ai documenti scientifici è possibile contattare il personale esperto presso i nostri uffici al n. +39 02 99029594 o via mail all’indirizzo: info@avgsrl.it o compilando il form alla pagina contatti del nostro official website: www.avgsrl.it.

Fonti:
Mibelle Group Biochemistry; ISS (Istituto Superiore di Sanità); La Repubblica, rubrica “Scienze”, 19/09/2019.

AVG Srl
Gemma Visentin
Technical & Project Manager