Nel corso degli ultimi anni sono in aumento i moniti per il controllo dell’insorgenza di patologie femminili serie. Ciò che spaventa maggiormente le donne, quando si trattano argomenti così delicati, è la percezione e la paura che le malattie possano tornare e la sensazione di impotenza che queste sono in grado di trasmettere.
Diana 5 è un programma, coniato a Milano da due Istituti di Ricerca promotori della prevenzione, che si focalizza principalmente sull’obbiettivo di “educare” le donne ad una sana e corretta alimentazione la quale, abbinata ad attività fisica e ad un corretto stile di vita, si ripromette di ridurre il rischio di sviluppare o di incorrere in problematiche locali anche serie. Il cancro mammario viene associato alla sindrome metabolica, condizione definita principalmente da eccessiva adiposità addominale, pressione alta, glicemia e trigliceridi. Dipende tutto da una dieta troppo ricca di grassi, soprattutto saturi o idrogenati, proteine, zuccheri e sale inducono a pensare che ci possa essere un forte legame tra queste presenze e il rischio sanitario. Si è però riusciti a dimostrare che una dieta equilibrata e un’attività fisica regolare diminuiscono tale rischio, influenzando positivamente i livelli ormonali. La ricerca ha dimostrato che le donne che seguono queste linee guida si ammalano meno, e se ammalate, hanno meno recidive. Lo stile di vita proposto, o meglio il suo cambiamento, si è visto essere in grado di prevenire ulteriori conseguenze, garantendo un risultato più che soddisfacente. Cosa cambiare dunque nella nostra dieta? Innanzitutto ridurre il sale alle minime dosi e ricordarsi che nel piatto bisogna sempre avere verdure di stagione, per l’estate meglio se crude. Prediligere cibi quali riso integrale, miglio con lenticchie rosse, farro e ceci, orzo e riso, spaghetti di riso, cus cus, insalata di riso semi-integrale, insalata di pasta. Rivoluzionare completamente il proprio modo di mangiare è un suggerimento ma perfezionarlo, potendo variare tra la quantità di cibi e condimenti sani che la terra ci offre, potrebbe diventare una “conditio sine qua non” della nostra quotidianità.