Lo scheletro è un elemento fondamentale perché vi sia movimento, ma contrariamente a ciò che si pensa non è soltanto un’impalcatura; oltre a svolgere la funzione di sostegno, infatti, ha anche un’importante funzione di protezione degli organi e una funzione metabolica; più precisamente rappresenta una fonte di grassi e minerali e svolge un’attività detossinante per la capacità di assorbire e, successivamente, liberare sostanze nocive e scorie. Un’ importante caratteristica dello scheletro, non nota a tutti, è la sua capacità di rigenerarsi: il processo di rinnovamento di questo tessuto connettivo duro pur essendo piuttosto lento rispetto a tutti gli altri tessuti (circa 10 anni), è molto importante per il mantenimento di una buona struttura. Il corretto metabolismo osseo prevede una maggior presenza di osteoblasti, cellule preposte alla formazione della matrice ossea, rispetto agli osteoclasti responsabili della disgregazione ossea. Il metabolismo osseo tende a rallentare dopo i 40 anni, anche a fronte di scorrette abitudini di vita e alimentari. La maggiore attività di osteoclasti porta all’osteoporosi; questo termine deriva dalle parole greche: osteon e poros, ovvero porosità nelle ossa; la porosità, a sua volta, si traduce in fragilità ossea, ovvero in perdita di compattezza e solidità. A fronte di quanto sopra descritto possiamo assumere che l’osteoporosi sia una malattia sistemica, ovvero una malattia che coinvolge l’intero organismo e per la quale è necessario un approccio olistico. Per ridurre l’esposizione del nostro scheletro al pericolo di osteoporosi è molto importante l’assunzione di calcio e di vitamina D, vitamina che ci consente di assimilare il calcio a livello intestinale fissandolo nelle ossa. E’ importante ricordare che la vitamina D viene sintetizzata nel nostro corpo tramite i raggi ultravioletti, per questo motivo esporci alla luce del giorno per almeno 10 minuti al giorno è molto importante. Recentemente è stato scoperto che fattori di rischio per l’osteoporosi sono anche infiammazioni, stress/ depressione: nel primo caso l’iperproduzione di ormoni infiammanti quali cortisolo e adrenalina possono condurre a un indebolimento del tessuto; nel secondo caso può accadere che stati psicologici possano comportare una scorretta postura, scorretti movimenti minacciando la solidità del nostro scheletro.