La diffusione di uno stile di vita che sia sostenibile, dal punto di vista alimentare ma non solo, sia per noi che per il pianeta, ha molti nemici. Uno dei principali è lo spreco. Ad esempio di tutti quegli ortaggi e quella frutta che non sono conformi all'ideale estetico un poco patinato che ci è stato propinato per decenni. 

Insomma, tutti quegli alimenti naturali che ci sembrano brutti, imperfetti, non coincidenti con l'idea che avevamo in mente, quella che prevede pomodori perfettamente sferici, zucchine dritte come fusi e via dicendo. Ogni anno negli Stati Uniti due miliardi e mezzo di chili di frutta e ortaggi restano nei campi oppure non vengono venduti proprio per questo motivo. Tanto che qualcuno ha avuto l'idea di creare una startup per l'acquisto e la vendita sottocosto di prodotti scartati in quanto non idonei, con tanto di consegna a domicilio.
Anche in Europa l'idea di scontare i prodotti “brutti” ha avuto successo.

Intervenire sugli sprechi, di cui quello citato è il più paradossale, potrebbe permettere ad alcuni miliardi di persone di sfamarsi. Le possibilità per immaginare un'alternativa non mancano. Si potrebbero ad esempio destinare alcuni raccolti alla produzione di biocombustibili. Oppure rendere più produttivi terreni e colture non adeguatamente sfruttati. Occorre guardare altrove, non solo alle tradizionali e ormai consolidate alternative, ma anche a quelle che ancora non fanno parte della nostra cultura alimentare.

È il caso della Chlorella, alimento versatile e ipersostenibile anche da un punto di vista ambientale. La Chlorella Vulgaris è un'alga monocellulare che si sviluppa nell'acqua dolce, le cui qualità nutritive sono una scoperta recente. Disintossicante e depurativa, favorisce l'espulsione delle tossine e di quelle sostanze nocive che si insinuano nel nostro organismo. È inoltre una fonte di vitamina B, proteine e aminoacidi essenziali. Un cibo completo che ha il vantaggio di essere pure particolarmente versatile. La polvere alimentare ottenuta dall'alga, previa pastorizzazione, è infatti utilizzabile in bevande, yogurt, prodotti da forno, snack, salse e integratori. Non solo, può anche prestarsi ad una versione alternativa, naturale, della maionese, o essere utilizzato per la preparazione di pasta fresca. 
Un piccolo contributo nella battaglia allo spreco se vogliamo, e il punto di partenza per creare un menu alimentare alternativo, rivolgendo particolare attenzione alle qualità nutraceutiche del prodotto.